Conferenze tenute nel Teatro Comunale e nel Casino Teramano

Conferenze tenute nel Teatro Comunale e nel Casino Teramano dalla signora Rosmunda Tomei Finamore, delegata dell’opera di Vita Morale, su “Il grande delitto” e “Verso il domani” “…facendoci intravvedere le grandi luci che già si affacciano all’orizzonte della Patria rinnovata dal gran bagno di sangue”.

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Una cartolina conservata nel Fondo Nardini

Il Prefetto relaziona al Ministro dell’Interno

Il Prefetto relaziona al Ministro dell’Interno circa il morale delle truppe al fronte. Scrive che “quasi tutti i militari reduci dal fronte manifestano il convincimento che i nemici non riusciranno a sfondare la linea del Piave e che quindi non potrà non arridere la vittoria alle nostre armi malgrado il disastro di Caporetto”. Dalle impressioni dei soldati giunti in provincia in licenza o per altre cause si può dedurre che il morale delle truppe al fronte si sia mantenuto “generalmente abbastanza elevato”. Dal sottoprefetto di Penne si apprende che “nelle truppe appare evidente una certa depressione, subentrata al primitivo entusiasmo per la guerra di redenzione, stato d’animo determinato dal prolungarsi inaspettato della guerra. Ma gli agricoltori e i contadini che rappresentano la maggioranza dei militari reclutati in questa provincia è disposta a continuare a compiere il proprio dovere senza eccessiva preoccupazione per le loro famiglie alle quali, per l’elevazione dei sussidi vengono assicurate le entrate per i loro bisogni quotidiani e per la legge dell’assicurazione dei combattenti, il premio costituirà per le classi agricole una piccola fortuna”.

Prestito Nazionale del Quinto

Anche se la guerra non è finita, questo documento del marzo 1918 richiama la formazione di un’Opera Nazionale pro-combattenti, dedicata ai reduci, a coloro che torneranno mutilati nella carne e nello spirito: si parla nel documento, con un gusto per noi oggi macabro, di “gloriosi moncherini”.

Servono 200 milioni e si invita pertanto coloro che posseggono titoli di stato a rinunciare al premio maturato.

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Articolo di apertura del periodico “L’Araldo Abruzzese”

L’articolo di apertura del periodico “L’Araldo Abruzzese”, descrive la disavventura vissuta da don Gaetano Cicioni, sacerdote molto noto nella città di Teramo per essere parroco della centralissima parrocchia di Santo Spirito. Denunciato per disfattismo fu arrestato il 17 gennaio 1918, rilasciato due giorni dopo ed assolto dal tribunale nel processo per direttissima celebrato il 26 dello stesso mese. L’episodio ci dà la misura del clima da “caccia alle streghe” che si era creato nell’opinione pubblica con l’insistenza della propaganda patriottica che faceva ritenere sospette di disfattismo anche espressioni auspicanti la fine delle ostilità e la pace.