Introduzione

E’ una guerra totale quella che si combatte su tutti i fronti d’Europa e nei vari scacchieri internazionali e presto tutti si renderanno conto che questo coinvolgimento non riguarderà solo i militari, ma l’intera società dei paesi belligeranti.

La guerra si vincerà non soltanto sui fronti di battaglia, ma anche sul piano della tenuta economico-sociale, civile e politica dei singoli paesi che saranno perciò chiamati ad uno sforzo collettivo inimmaginabile.

Nasce da questa consapevolezza la necessità che ciascuno, e non soltanto i soldati, debba compiere “il proprio dovere” contribuendo a rendere saldo e operoso quel “fronte interno” che acquisterà altrettanta importanza del fronte là dove si combatte e si muore.

I cittadini non in armi vengono mobilitati e indirizzati dalle autorità statali nazionali e locali al medesimo scopo che è quello della vittoria finale.

E’ in questo contesto che nascono in quasi tutti i comuni d’Italia quei Comitati di organizzazione civile che, prima spontaneamente, poi promossi e coordinati dalle autorità centrali e periferiche dello Stato, svolgeranno un imponente lavoro di assistenza così alla popolazione civile, come alle famiglie dei soldati (di leva e di quelli via via richiamati alle armi) man mano che la guerra si prolunga e incrudisce.

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In oltre seimila dei circa ottomila comuni d’Italia questi organismi avranno vita finendo per rappresentare un modo nuovo e generalizzato del coinvolgimento di tutti gli strati sociali di ogni comunità alla lotta che si sta conducendo.

Precocissimo fu il Comitato di organizzazione civile di Teramo, il primo a costituirsi in tutta la vecchia Provincia, che, su sollecitazione del Sindaco Luigi Paris, si riunì per la prima volta (e prima ancora che la guerra fosse dichiarata) nel maggio 1915.

Nell’occasione fu approvato il relativo regolamento e eletto nella stessa figura del Sindaco il proprio Presidente.

Scopo del Comitato fu quello di coadiuvare in tutto le azioni messe in atto dal Comune per lenire i disagi provocati dalla guerra: bisognava impedire che i servizi pubblici fossero interrotti, controllare il buon andamento dei servizi annonari, provvedere ai soccorsi per le famiglie dei richiamati, cooperare alla difesa della città, organizzare i servizi di infermeria.

A comporre il Consiglio Direttivo furono chiamate tutte le maggiori personalità politico-amministrative, civili e culturali della città, con un coinvolgimento che sarà corale.

Sotto il profilo organizzativo, il Comitato si suddivise in otto uffici ai quali si affiancarono quattro sottocomitati con compiti più circoscritti (delle Dame e Damine di carità, delle frazioni e degli studenti) ciascuno dei quali avrà modo di sviluppare una propria specifica attività nei settori di competenza.