Vilnius passa di mano ai tedeschi

E alla fine arriva anche il giorno di Vilnius: il 18 settembre la capitale lituana capitola, i tedeschi “spuntano” dalla propria “to do list” una voce fondamentale. Vilnius significa un altro nodo ferroviario nelle mani di Berlino, un altro cordone ombellicale tagliato allo Zar.

Negli ultimi quattro mesi la Germania è penetrata di circa 500 chilometri in territorio russo, una cifra allucinante per la più famigerata guerra di posizione della storia.

Pietrogrado ha perso per intero la Polonia e la Lituania; così come larghe porzioni di Lettonia, Bielorussia e Galizia. Le armate zariste sono allo sbando: le diserzioni aumentano a dismisura. Per Nicola II l’unica consolazione è il “serbatoio umano”, pressoché illimitato.

Sul fronte italiano i primi, frettolosi brividi invernali hanno già sferzato l’aria, hanno già sfiorato le cime alpine, regalando la prima neve. Cadorna ha ordinato un’offensiva e i primi risultati fanno ben sperare, ma siamo solo all’inizio.

A Roma il Governo prende alcuni provvedimenti finanziari, “i bisogni straordinari del Tesoro” vanno soddisfatti: aumentano i prezzi sui tabacchi, sullo zucchero, gli oli minerali, l’alcool e la birra.

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