La lapide ai caduti sul palazzo del Municipio in varie giornate di commemorazione.

La lapide venne scoperta il 20 settembre 1922.

Nella parte superiore è incisa: “O Italia madre/consacra/all’eterna giovinezza della tua gloria/i baldi figli di Teramo/caduti nella santa luce delle armi/pel suo immutabile confine.” L’opera venne commissionata all’ing. Pio Ferretti, docente di disegno e vice-direttore della R. Scuola Tecnica di Teramo, fu eseguita dalla Ditta Moschini e Conti di Roma con l’aiuto del marmista V.Pergnano. I fregi in bronzo invece, con le due baionette ricurve, in segno di pace, furono modellate da Paris e Rocriech. Complessivamente l’intera opera fu portata a termine dalla Cooperativa teramana L’Avvenire, guidata dal cav. Lisciani Petrini Amedeo, fratello di valoroso caduto in guerra e Presidente della cooperativa stessa.

  • Titolo

    Lapide ai caduti /foto Domenico Nardini

  • Data

    1930-1960

  • Descrizione

    Alcuni provini risalgono agli anni del fascismo e arrivano fino almeno agli anni ’60 con il Sindaco Ferdinando Di Paola. Le situazioni raccontate sono diverse, dai bambini che distribuiscono dei fiori sotto la lapide alle adunate di militari ad alcune parate con i militari che salutano con relativi gonfaloni.

  • Collocazione

    Biblioteca Dèlfico – Archivio Fotografico Domenico Nardini

  • Fonti

    Marino, A. Il monumeto ai dispersi e caduti teramani di tutte le guerre, in Aprutium, anno XXII, 2015, numero 1